Corso Trento e Trieste a Lanciano

Orazio Carpenzano, Mosè Ricci, Filippo Spaini

Corso Trento e Trieste Lanciano, 2013-2018


Il progetto per la riqualificazione del sistema pubblico di Corso Trento e Trieste a Lanciano nasce da una convenzione stipulata nel 2013 tra il Comune, lo studio RicciSpaini Architetti Associati e il Dipartimento di Architettura e Progetto della Sapienza Università di Roma, nella figura di Orazio Carpenzano. L’intervento mira a ridefinire l’asse urbano del corso come ambito pedonale relazionato agli usi commerciali e da utilizzare in occasione delle grandi manifestazioni culturali e religiose.

Corso Trento e Trieste nasce quando, nei primi anni del 1900, si cominciò a progettare un ragionevole ampliamento della città di Lanciano, che aveva necessità di dare spazio al fiorire delle industrie. L’ingegnere Filippo Sargiacomo firmò il piano già nel 1879, e fu nello stesso tempo innovativo ma pienamente rispettoso dell’unità stilistica fondamentale dell’architettura lancianese. Egli ebbe il merito di non sventrare la città, ma di aprire un collegamento tra il centro storico e l’ampio spazio dell’area delle fiere medievali, un vero e proprio varco sul «vuoto», ossia sull’ampia e profonda valle della Pietrosa.

La direttrice del corso Trento e Trieste partiva dai pressi del portale della cattedrale costeggiando, a sinistra, la collina di corso della Bandiera, appoggiandosi su un terreno consolidato da una parte, e su un terreno di riporto, nei pressi di San Francesco, fino alla fine. L’intervento per la realizzazione del Corso richiese l’interramento del fiume e il riempimento della parte a monte della Valle con materiale di riporto.

Il corso, con le sue felici architetture novecentesche e alle spalle la spina di edifici realizzati da Aldo Rossi tra cui spicca il famoso Faro Urbano, assolve ancora oggi il ruolo di collegamento primario tra il centro storico e la zona orientale di Lanciano, connettendo tra loro due tessuti indipendenti sia dal punto di vista formale che da quello funzionale. I due fulcri di questi sistemi diversi, ai vertici del segmento interessato dal progetto, sono la Piazza del Plebiscito ad Ovest, vera e propria porta di ingresso al centro storico che ospita il palazzo del Municipio e la Chiesa della Madonna del Ponte, e il sistema dell’ex-ippodromo ad Est, che nelle aspettative dell’amministrazione sarà trasformato in parco urbano.

L’intervento si inserisce in un discorso di più ampio respiro che l’amministrazione di Lanciano intende porre in atto e che prevede la già citata riqualificazione dell’ex-ippodromo e di piazza Plebiscito, con lo spostamento del Monumento ai Caduti. Come caldeggiato anche dagli stessi progettisti di Corso Trento e Trieste, la ricollocazione del monumento a monte dell’arteria pedonale, ovvero all’ingresso dell’ex ippodromo, rafforzerebbe la continuità visiva del nuovo Corso, creando un collegamento diretto con la scalinata che porta al centro storico. E’ infatti proprio la lunga prospettiva, valorizzata dalle architetture in stile liberty del primo Novecento, dalla forte relazione con il cielo, ed ora anche con la terra grazie alla nuova pavimentazione, che fa del Corso Trento e Trieste la colonna vertebrale dello spazio pubblico della città.

L’intervento rafforza l’identità formale e percettiva dell’asse attraverso una nuova caratterizzazione del suo parterre, la ricollocazione degli elementi di illuminazione pubblica esistenti e la ridefinizione delle componenti puntuali di arredo e del verde. Il carattere formale rettilineo dell’asse viene esaltato dalla realizzazione di un grande tappeto urbano, caratterizzato da un disegno bicromatico che reinterpreta in chiave contemporanea i motivi geometrici caratteristici della Presentosa, gioiello tradizionale tipico abruzzese indossato dalle donne nei giorni di festa.

La nuova pavimentazione, prodotta dall’azienda italiana Marazzi, è costituita da piastre di dimensione variabile in grès porcellanato antiscivolo spesso 2cm di colore grigio, che, nella zona centrale, sono alternate con altre di colore bianco a definire la geometria del motivo ornamentale. Complessivamente il disegno ha una larghezza di 8 m. per una lunghezza di 506 m., formato dalla ripetizione in serie dello schema base modulare di 2,75 x 4 m.

Oltre alla pavimentazione, l’intervento ha richiesto l’inserimento di canaline per il deflusso delle acque meteoriche in marmo bianco di Carrara, il restyling cromatico dei sistemi di illuminazione esistenti e la totale eliminazione delle barriere architettoniche attraverso il pareggiamento della quota dei marciapiedi con quella della precedente sede carrabile.

 

Autore Scheda
Edoardo Castracane

Autori Secondari
GIUSEPPE DI GIACOMO
Revisori
Fabio Balducci
Francesca Sibilio
Dettagli del progetto
Stato dell'opera

Alterata

Funzione

Arredo urbano, Piazze, Recupero centri storici, Recupero piazze e aree urbane

Tags

orazio carpenzano, riccispaini, riqualificazione

Categoria di intervento

restauro o recupero


Cronologia

5 Agosto 2013: stipula della convenzione tra Comune e progettisti;
Dicembre 2017: inizio cantierizzazione
Agosto 2018: conclusione dei lavori

Figure professionali coinvolte

Coordinamento Scientifico e progettuale: Orazio Carpenzano, Mosè Ricci, Filippo Spaini
Gruppo di Progettazione: Fabio Balducci, Nicola Di Biase, Armando Iacovantuono, Rosanna Lamanna, Giulia Radaelli
Progetto esecutivo: Nicola Di Biase
Direttore dei Lavori: arch. Giuseppe Di Giacomo
Ufficio Direzione Lavori: Nicola Di Biase

Committenza

Comune di Lanciano

Imprese costruttrici

P.Q. Edilizia & Strade srl

Budget dell'opera

1.316.000,00 €

Articoli in rivista

Carpenzano, Orazio. La strada tatuata. In: AND. dicembre/giugno 2018, n. 33, p. 66-67. ISSN 2384-9576.

Ricci, Mosé. The resistance of architecture at the time that everything and nothing changes. In: Esempi di Architettura. 2018, n. vol.5 n.2, p. 4-13. ISSN 2384-9576.

Celiento, Ilia. Orazio Carpenzano, Urban Carpets. In: PLATFORM ARCHITECTURE AND DESIGN. 2018, n. 21, . ISSN 2420-9090.