Cappella per il Padiglione della Santa Sede alla XVI Biennale d’architettura di Venezia

Eduardo Souto de Moura

Isola di San Giorgio, Venezia, VE, Italia, 2018-2018


La cappella progettata da Eduardo Souto de Moura è parte del Padiglione della Santa Sede allestito in occasione della Biennale di Venezia del 2018. Il tema generale scelto dalle curatrici Yvonne Farrell e Shelley McNamara era Freespace:

FREESPACE si focalizza sulla capacità dell’architettura di offrire in dono spazi liberi e supplementari a coloro che ne fanno uso, nonché sulla sua capacità di rivolgersi ai desideri inespressi dell’estraneo. […] FREESPACE dà l’opportunità di enfatizzare i doni gratuiti della natura come quello della luce – la luce del sole, quella lunare, l’aria, la forza di gravità, i materiali – le risorse naturali e artificiali.

In questa cornice tematica si inserisce, tra gli altri, il padiglione curato dal Francesco dal Co costituito da dieci cappelle immerse nel bosco dell’isola di San Giorgio, nelle quali poter fare esperienza diretta dello spazio sacro. Gli architetti invitati a progettarle hanno riflettuto sul rapporto tra architettura, spiritualità e ambiente e sulle modalità con cui poter dare risposta al desiderio dell’uomo di fermarsi nel silenzio in un luogo dove curare la propria anima a contatto con la natura. Il riferimento è la Cappella nel bosco che Gunnar Asplund progetta nel 1920 nel cimitero di Stoccolma e il suo essere un luogo di meditazione e incontro che prende forma spontaneamente tra gli alberi.

Souto de Moura sceglie il tema del recinto – archetipo caro ai Cristiani come testimonia la descrizione in Esodo 27 – per caratterizzare la sua semplice architettura. Essa consta di un muro fatto di blocchi di pietra vicentina che individua uno spazio trapezoidale allungato, privo di pavimentazione, e che inquadra un angolo di cielo, ad eccezione della piccola porzione coperta che protegge l’altare. Nella sua essenzialità il recinto definisce un luogo fisico carico di contenuti simbolici capaci di creare rimandi all’Altrove. La pietra che lo compone presenta una superficie ruvida all’esterno, liscia e levigata all’interno, come a indicare la capacità dello spazio di trasfigurare chi vi entra. È un luogo sicuro, protetto. Rimanda al recinto descritto nel Vangelo di Giovanni, di cui Cristo è la porta. Una zona filtro tra l’interno e l’esterno, come un contemporaneo nartece, consente l’accesso a “un’aula” con un’unica seduta disposta lungo il muro e la mensa in una zona in penombra più protetta.

La conformazione della seduta si riferisce, forse, al cambio di passo operato dal Vaticano II: non più la casa di Dio, ma la casa di una comunità che si riunisce intorno allo stesso bisogno di trascendenza.

Questa microarchitettura rivela in sé gran parte dei temi della ricerca progettuale di Souto de Moura (il lavoro sullo spazio intimo, il coinvolgimento dei sensi, la centralità della materia, la costruzione) che si riscontra in altre sue opere come le case a patio a Matosinhos, quelle a Ponte de Lima e a Moledo o il Miguel Torga Space. Infatti, Souto de Moura progetta una chapel in cui poter vivere un’esperienza sensoriale complessa: l’assenza del pavimento consente il contatto diretto col terreno con i piedi scalzi; il recinto protegge dal vento ma al contempo permette di sentire sulla pelle l’aria in movimento; la diversa grana della pietra stimola in maniera mutevole il tatto; la copertura individua tre zone con una luce differente: un’area a cielo aperto; una coperta più buia e intima e una piccola porzione finale, nuovamente scoperta con una luce diretta che evidenzia una croce incisa sulla parete di fondo. Il tutto favorisce la concentrazione, un rapporto intimo con la natura e quindi la stimolazione simultanea delle corde dell’interiorità e carnalità dei sensi.

Autore Scheda
Michele Astone
Revisori
Redazione ArchiDiAP
Dettagli del progetto
Stato dell'opera

Originale

Funzione

Chiese, Padiglioni espositivi

Tags

cappella, recinto, vaticano, venezia

Categoria di intervento

ex novo


Figure professionali coinvolte

Edoardo Souto de Moura con Francesco Magnani (progetto architettonico)
Simão Sandim (plastici)
Luigi Cocco (strutture)

Committenza

Pontificio Consiglio della Cultura

Imprese costruttrici

Laboratorio Morseletto (lavorazione dei materiali)
Deborah Morseletto (responsabile del progetto)

Monografie

AA.VV.. Souto de Moura. Ricordi, opere, progetti.. Milano: Electa, 2020.

Articoli in rivista

Dal Co, Francesco. Vatican Chapel: il progetto. In: Casabella. Milano: Mondadori, 2018, n. 884, 2018 p. 103-121.

Articoli su libro

AA.VV.In: Souto de Moura. C2C, 2019, p. Archivers: Journal of Architecture, 4, .

Dal Co, Francesco (a cura di). In: Vatican Chapel. Electa Architettura, 2018, .

AA.VV. Vatican Chapel for La Biennale di Venezia, Venice (Italy). In: Souto de moura 2012-2018. Arquitectura Viva SL, 2018, p. AV Monographs, 208, p. 104-107..

Argenti, Maria. Vatican Chapels. Al posto di un padiglione. In: Rassegna di Architettura e Urbanistica. a cura di Maria Argenti e Fabrizio Toppetti. Quodlibet, 2018, 155, p. 21-30..