Serpentine Pavilion 2014

Smiljan Radić

W Carriage Dr, London W2 2UH, Regno Unito, 2014-2014


Il padiglione dell’architetto cileno Smiljan Radić costituisce la quattordicesima opera temporanea allestita nel parco di fronte alla galleria d’arte londinese Serpentine a cura di architetti di rilevanza internazionale. La Serpentine infatti dal 2000 inaugura ogni anno nella stagione estiva un padiglione temporaneo ad uso di eventi, attività e installazioni, che divengono l’occasione per l’architetto chiamato a progettarlo di esprimere la propria idea di architettura tramite un’opera “manifesto”. Tra gli architetti che hanno preceduto Radić si possono nominare: Zaha Hadid, Daniel Libeskind, Toyo Ito, Oscar Niemeyer, MVRDV, Alvaro Siza e Suoto De Moura, Rem Koolhaas, Olafur Eliasson, Frank Ghery, SANAA, Jean Nouvel, Peter Zumthor, Herzog & De Meuron, Sou Fujimoto.

Radić, il cui studio ha sede in Cile dal 1995, tramite il padiglione presenta la sua idea di architettura definita da evocazioni e parallelismi e composta da trasposizioni di elementi naturali con una relazione di interdipendenza con il contesto specifico in cui si installano. L’operazione per la Serpentine si pone all’interno di una ricerca progettuale e teorica dell’architetto già indagata nelle sue precedenti opere quali il padiglione per le degustazioni della cantina vinicola Vik, il ristorante Mestizio e la casa A a San Clemente.

Il padiglione dell’architetto cileno marca fin da subito un netto distacco con l’architettura preesistente delle gallerie e con il parco londinese in cui si installa. Radić stesso lo definisce una “follie” come rimando alle piccole architetture effimere dei parchi ottocenteschi inglesi, un elemento quindi di contrasto rispetto al paesaggio circostante e dalle forme e contenuti dirompenti e fuori dall’ordinario, un elemento tra il reale e l’immaginario.

L’opera si configura come un guscio traslucido in fibra di vetro, di spessore 12 millimetri, a forma di recinto circolare sostenuta da grandi massi di pietra. La struttura autoportante del volume della ciambella è lacerata da una serie di aperture e tagli che definiscono degli sguardi sul giardino circostante che viene così inglobato all’interno del padiglione stesso. Queste aperture sono rese staticamente stabili da sostegni trasversali in acciaio che puntellano la struttura nei punti di accesso. La pavimentazione in legno scuro si dirama anche fuori dall’ingresso superiore al padiglione e all’interno conferisce allo spazio del guscio un linguaggio da spazio aperto.

Il padiglione recinto raccorda due quote altimetriche differenti del parco facendo in modo che all’interno del patio centrale la quota del giardino sia più scavata dando la sensazione che il guscio sia sospeso sopra ai massi di pietra. Al suo interno una caffetteria e occasionalmente alcune attività, eventi, installazioni d’arte e concerti configurano lo spazio come un luogo pubblico multifunzionale ad uso degli abitanti del parco e dei cittadini che possono interagire con lo spazio in maniera ogni volta differente.

Il progetto lavora sul tema del recinto riconfigurandolo già a partire dall’impianto iniziale che si presenta in forma di ellissoide successivamente destrutturato tramite una serie di tagli e di aperture verso il parco. La particolare forma del recinto contribuisce a definire un luogo centrale cinto dalla struttura traslucida che allo stesso tempo si separa dal contesto e vi si raccorda tramite il movimento di suolo sotto al padiglione stesso.

Il suo linguaggio, la sua matericità e i suoi elementi compositivi rimandano da un lato ad un elemento estraneo, una follie appunto, rispetto al contesto cittadino e dall’altro vogliono dare l’impressione di sfruttare le pietre di cava come se fossero delle preesistenze del parco su cui il guscio si adagia e prende forma. Allo stesso modo, il padiglione si definisce come un elemento leggero e fluttuante, grazie al materiale traslucido e alla forma del guscio, ma anche un pieno fisico e gravante sul parco, grazie ai massi di pietra che sono disposti come precedentemente appartenenti al paesaggio.

La notte l’illuminazione del rivestimento traslucido del guscio definisce una luce opaca e ambrata che si dirama dal padiglione che quindi diviene una lanterna nel parco aumentandone il carattere attrattivo.

A seguito della sua dismissione dal Kensington Gardens, dove è stato visitabile dal 26 giugno al 19 ottobre del 2014, il padiglione è stato trasportato e rimontato presso i giardini di Hauser & Wirth Somerset a Bruton, Inghilterra, dal 21 marzo 2015 al 21 gennaio 2017. La nuova ubicazione si trovava alla fine del giardino paesaggistico disegnato da Piet Oudolf e fungeva da contrappunto e da collegamento tra gli spazi della galleria e i luoghi aperti del giardino circostante.

Il padiglione di Radić si può definire il manifesto del suo modo di vedere e di fare architettura, esso infatti trova assonanze e affonda le radici nei lavori precedenti dell’architetto, in particolare il Castello del Gigante Egoista, un lavoro concettuale e modellistico ispirato all’omonima storia di Oscar Wilde.

Autore Scheda
Elisa Monaci
Revisori
Francesco Polidori
Dettagli del progetto
Stato dell'opera

Originale

Funzione

Esposizioni ed eventi, Padiglioni espositivi

Tags

londra, padiglione, recinto, serpentine

Categoria di intervento

ex novo


Cronologia

Fase di progetto: 2013-2014
Realizzazione e cantiere: 2014
Durata di attività: parco di Serpentine Gallery Londra dal 26 giugno al 19 ottobre 2014. Successiva ricostruzione: presso i giardini di Hauser & Wirth Somerset a Bruton dal 21 marzo 2015 al 21 gennaio 2017

Figure professionali coinvolte

Architetto: Smiljan Radić
Gruppo di progetto: collaboratore al progetto: Yuji Harada, assistenti: Claudio Torres e Gabriele Madrano, renderisti: Emile Straub e Andrés Battle
Direzione del progetto: Julia Peyton-Jones con Hans Ulbrich Obrist, Serpentine Galleries
Capogruppo di progetto: Julie Burnell con Cara Chernanko, Serpentine Galleries
Curatela: Jochen Volz con Emma Enderby, Serpentine Galleries
Progettazione tecnica e ingegneristica e gestione dei costi: David Glover con Thomas Webster, Jack Wilshaw, Katja Leszczynska, Brian Graham, Aecom Technology Corporation
Ditta di costruzione: Ted Featonby con Mick Mead, Stage One Creative Services Ltd

Committenza

Committenza: Serpentine Galleries London

Imprese costruttrici

Ditta di costruzione: Ted Featonby con Mick Mead, Stage One Creative Services Ltd

Monografie

Radić, Smiljan. Smiljan Radić Serpentine Gallery Pavilion 2014. a cura di Serpentine Galleries London. London: Koenig Books, 2014.

Radić, Smiljan. Works. Pamplona: T6 Ediciones, 2003.

Articoli in rivista

Radić, Smiljan. Smiljan Radić. 2013-2019 El peso del mundo / The Weight of the World. In: El Croquis. 2019, n. 199, .

Radić, Smiljan. Serpentine Gallery Pavilion 2014 “Folly”. In: GA Document. settembre 2014, n. 129, p. pp. 24-33.

St Hill, Cate. Rock, Paper, Scissors. In: Blueprint. 2014, n. 335, p. pp. 114-126.

Radić, Smiljan. Padiglione per la Serpentine 2014 / Serpentine Pavilion 2014. In: Domus. settembre 2014, n. 983, p. pp. 122-129.

Radić, Smiljan. Smiljan Radic. 2003-2013 El juego de los contrarios / The Game of Opposites. In: El Croquis. 2013, n. 167, .

Radić, Smiljan, Patricio Mardones, Alberto Sato. Smiljan Radić. In: 2G. Revista internacional de arquitectura. 2007, n. 44, .