Hostel Wadi

Studio Bernardo Secchi & Paola Viganò

Hoge Rielen 1, 2460 Kasterlee, Belgio, 2008-2013


Hostel Wadi, progettato dallo studio Bernardo Secchi & Paola Viganò e costruito fra il 2011 e il 2013, è un ostello della gioventù situato nel centro ricreativo e di educazione civica ed ambientale di Hoge Rielen, nei pressi di Kasterlee, in Belgio. L’opera fa parte di una serie di progetti manifesto che lo studio ha concepito, interpretando i concetti di isotropia e porosità validi alle diverse scale, da quella metropolitana a quella architettonica della struttura ricettiva. Il progetto si inserisce all’interno del Masterplan del 2004 concepito dallo studio per la riorganizzazione dell’area, una foresta di aghifoglie di 300 ettari rimasta fino al 1974 dominio militare, in quanto ex deposito di munizioni della Royal Navy durante la Seconda Guerra Mondiale.

In particolare, l’ostello costituisce la testata più alta di una contact strip (letteralmente “striscia di contatto”) trasversale che corre in direzione Nord-Sud e che connette tutte le funzioni pubbliche e di prossimità dell’area (oltre alla struttura in esame ci sono uno spazio multifunzionale, il teatro all’aperto, l’area pic-nic). Così come il progetto alla grande scala si configura nella relazione fra i tre paesaggi identitari del luogo, ovvero il militare, il naturale e l’educativo, Hostel Wadi ne costituisce la sintesi alla scala umana. Si tratta infatti di un’architettura del paesaggio e nel paesaggio, fortemente connotata nei suoi aspetti formali e morfologici. Nell’impianto perfettamente circolare si delinea un gesto progettuale netto e quasi didascalico di appropriazione dello spazio naturale, che l’edificio recinta e con cui allo stesso tempo si relaziona. La pineta inscritta all’interno del patio può essere goduta soltanto affacciandosi dal giardino d’inverno, uno spazio che è allo stesso tempo interno ed esterno, comune e privato. Anche la composizione d’insieme dell’edificio ricalca il concept generale del progetto. Le 20 camere ad un piano si dispongono in modo sequenziale intorno a un corridoio completamente vetrato interno e con una facciata chiusa e più serrata all’esterno. Questa circolazione continua viene interrotta soltanto nelle campate di accesso al patio ed è garantita dalla struttura balloon-frame a doppia parete isolata.

La concezione sostenibile ed ecologica del progetto si esprime attraverso tutti gli elementi compositivi. Infatti l’edificio (che accumula calore in inverno grazie al corridoio-serra interno, mentre raffresca in estate le aree comuni attraverso il tetto a sbalzo) funziona come un dispositivo bioclimatico. Stesso ruolo assume il tetto verde il quale, oltre a “mimetizzarsi” quasi con il paesaggio circostante, contribuisce con il suo spessore di 10 cm all’isolamento termico generale. Anche l’uso del materiale prevalente, il legno, è concepito seguendo il principio di ecosostenibilità che è alla base del progetto. A partire dalla struttura a pilastri e dalle pareti a telaio, fino ai rivestimenti interni delle camere ed esterni delle pareti, queste ultime in listelli di larice. Quest’essenza di legno è stata scelta, oltre che per le caratteristiche di resistenza, anche per la sua colorazione che col tempo vira verso i toni del grigio, come grigi sono i tronchi di pino all’interno del cerchio. Secondo gli stessi principi è stato scelto il materiale della pavimentazione in pannelli di betonwood, in modo da garantire la transizione fra la freddezza del cemento esterno e il calore del legno interno.

Infine, dal punto di vista formale e tipologico sono molti gli elementi che rendono quest’edificio al tempo stesso iconico ed innovativo. La contemporaneità della forma circolare si unisce alla classicità data dal “colonnato” in legno che sorregge il tetto leggermente inclinato verso l’interno a voler richiamare l’impluvium romano. All’antica tradizione di raccolta delle acque meteoriche rimanda il nome stesso dell’edificio: wadi è infatti in arabo il letto di un torrente, un canale in cui scorre un corso d’acqua a carattere non perenne. Si tratta quindi di un edificio che interpreta un tema compositivo, quello del recinto, sicuramente in modo planimetricamente letterale, come dispositivo che circoscrive e custodisce la pineta, ma allo stesso tempo ne ribalta continuamente il significato al livello di percezione dello spazio, nell’ibridazione fra spazi interni ed esterni e nella funzione di doppio filtro in entrata e in uscita.

Autore Scheda
elisa donini
Revisori
Simone Leoni
Dettagli del progetto
Stato dell'opera

Originale

Funzione

Alberghi, Circoli, centri ricreativi, Residenze universitarie/studentati, Strutture turistiche

Tags

bosco, gioventù, Ostello, recinto

Categoria di intervento

ex novo


Cronologia

Masterplan: 2002-2004
Contact Strip: 2007-2013
Progetto ostello: 2007
Inizio lavori: 2008
Apertura hotel: 19 ottobre 2013

Figure professionali coinvolte

Progettazione: Bernardo Secchi, Paola Viganò
con U. degli Uberti, G. Push, K. Yoshida, W. Wambeck

Consulenti: BAS/ir. Dirk Jaspaert (strutture), IRS/Bruno Depré (sostenibilità e impianti tecnici),
ARA/Dries Beys (landscape)

Committenza

Gouvernement Flamand
AFM (fond des infrastructures culturelles)
Statut public

Budget dell'opera

3.007.220 euro

Articoli in rivista

. HOSTEL WADI. In: ARKETIPO. Milano: NEW BUSINESS MEDIA SRL, 2016, n. 101, Aprile . ISSN 18284450.

Articoli su libro

Secchi, Bernardo, Paola Viganò. masterplan e trekker hostel a hoge rielen In: Bernardo Secchi, Paola Viganò. Opere recenti. Tema: porosità-isotropia. a cura di Margherita Petranzan. il poligrafo, 2014, p. Anfione e Zeto, 25, ISBN 9788871158525. .