Nella Giornata della Memoria del 27 gennaio 2016, Bologna inaugura il Memoriale della Shoah, un monumento in grado di lasciare un segno perenne nella città mantenendo vivo il ricordo dell’Olocausto. Il progetto, realizzato dal team SET Architects, risulta vincitore del concorso internazionale di design, indetto dalla Comunità Ebraica di Bologna, con la presenza in giuria anche di Peter Eisenman, autore del medesimo e celeberrimo monumento berlinese.
Il Bologna Shoah Memorial è situato all’incrocio tra Via de’ Carracci e il ponte di Via Matteotti, nella piazza cittadina circondata dalla stazione ferroviaria ad Alta Velocità. L’obiettivo è quello di creare un nuovo polo connettivo nella città di Bologna e di fatto, l’opera di grande impatto emotivo, attrae i passanti e li invita a riflettere sul genocidio subito dal popolo ebraico.
Costituito da due blocchi di parallelepipedi simmetrici verticali, ha prospetti esterni di 10 x 10 m ciascuno. I due elementi si fronteggiano lasciando spazio ad un passaggio interno, che diventa via via sempre più stretto: partendo, infatti, da una larghezza di 1,60 m arriva a restringersi a soli 80 cm. Questa drastica variazione di sezione ha lo scopo di incutere nel visitatore un senso di oppressione, e lo porta a ripercorrere e rievocare i luoghi di morte affinché non vengano dimenticate le atrocità del passato. Il monumento è anche un monito per evitare che questo male si ripeta in futuro. Nel progetto la luce ha un ruolo essenziale: di giorno filtra fiocamente all’interno del passaggio, mentre di notte le lampade, posizionate lungo il percorso interno, illuminano i volumi delle celle. La pavimentazione è realizzata con pietre frantumate ed elementi metallici; l’intenzione degli architetti è quella di rievocare l’immagine dei binari ferroviari, sui quali passavano i vagoni dei treni contenenti i deportati, la cosiddetta Judenrampe. La scelta del materiale è voluta: l’acciaio COR-TEN, ossidandosi naturalmente quando è esposto all’aria aperta, fa sì che i blocchi portino i segni del tempo che passa. La griglia interna è costituita da lamiere orizzontali e verticali, che si intersecano a 90°, creando una serie di scatole rettangolari vuote di 1,80 x 1,25 m, che richiamano ai dormitori dei lager. Sulla superficie liscia esterna sono proiettati i perimetri delle celle interne, attraverso lievi sporgenze in metallo. I SET Architects, attraverso quest’opera, sono riusciti ad interpretare, con la semplicità delle forme primarie, la volontà di non dimenticare.