Colonia elioterapica

Nel 1933 l’onorevole Renato Ricci incarica l’architetto Enrico Del Debbio di progettare la colonia elioterapica, in linea con il potenziamento delle strutture ricreative ed educative del regime. Su indicazione dello stesso architetto, la colonia è situata sulla sommità delle colline di Monte Mario, con l’intento di usufruire a pieno dei raggi solari, in una posizione panoramica da cui domina il Foro Italico e la piana del Tevere.

L’impianto architettonico si compone di un lungo e basso fabbricato ad un piano e di alcune strutture architettoniche di maggiore consistenza alle estremità. Il corpo longitudinale, lungo circa 400 metri, si articola secondo una linea sinuosa ed è destinato a dormitorio (fino a un massimo di 800 giovani); mentre alle estremità, da un lato ‘la casina degli ufficiali’ su via della Camilluccia comprende gli uffici amministrativi, l’infermeria, la sala visite mediche, la dispensa e la cucina del contiguo refettorio all’aperto, dall’altro la torre da vista e gli spazi didattici e di servizio affacciano sul Foro. Le due estremità sono riconnesse dal corpo basso verso nord e a sud da un lungo filare di cipressi che rimanda in maniera speculare al dormitorio e che forma un unico piazzale allungato destinato all’attività fisica all’aperto.

Nella forma l’intero sistema architettonico si costruisce su principi espressivi essenziali, secondo un linguaggio razionale e sull’uso di una geometria pura. Tutti gli edifici che la compongono sono a ossatura portante in cemento armato con verticali in muratura di riempimento. Le pareti sono frequentemente interrotte da porticati e da aperture così da consentire la circolazione dell’aria.

Nel dopoguerra la colonia è diventata parte dell’Istituto Don Orione. Questo fatto ha determinato consistenti trasformazioni, in particolare nelle due testate: la torre-belvedere, ad esempio, è divenuta il basamento per la grande statua dorata della Madonna.