Istituto Nazionale Luce

Clemente e Andrea Busiri Vici, Arnaldo Regagioli, Rodolfo Rustichelli

Piazza di Cinecittà, 11, Roma, 00174 RM, Italia, 1937-1938


“La cinematografia è l’arma più forte” (Slogan da uno striscione che Mussolini usò per inaugurare Cinecittà nel 1937)

Nello sviluppo della cinematografia nazionale il 1925 è, senza dubbio, una delle date fondamentali. Con il regio decreto 1985 del 15 novembre 1925, infatti, Benito Mussolini trasforma una piccola società cinematografica privata fondata l’anno precedente grazie all’iniziativa del giornalista Luciano De Feo in un ente parastatale, denominato “L’Unione Cinematografica Educativa” (da cui l’acronimo LUCE), alle dipendenze del governo. Si tratta del primo ente cinematografico di stato mai esistito.

A soli due anni dalla nascita l’Istituto LUCE viene posto alle dirette dipendenze di Mussolini e vi rimane fino al 1937, quando passa sotto il controllo del Ministero della cultura popolare, fondato quello stesso anno. Il 24 gennaio 1929 l’istituto LUCE viene dichiarato unico organo tecnico cinematografico al servizio dello stato.

Accanto ai cinegiornali, l’Istituto si cimenta nella produzione di un gran numero di documentari e di corto, medio e lungometraggi e in una fase più avanzata entra anche nel campo della finzione. Con l’avvento del sonoro del 1932 e a seguito delle mutate esigenze di produzione, le strutture che ospitano l’Istituto si rivelano inadeguate. Si decide, quindi, di costruire una sede più appropriata e nel 1936 viene indetto un concorso.

La zona prescelta per il nuovo insediamento è quella del Quadraro, non lontano dagli Studi Cinematografici di Cinecittà, in costruzione in quegli stessi anni, e dal Centro Sperimentale di Cinematografia, la cui progettazione risale all’anno seguente (1937), ad opera di Antonio Valente, Pietro Aschieri e Giuseppe Capponi. Il lotto prescelto dal bando di concorso ha un’estensione di circa tre ettari ed ha un fronte che si affaccia direttamente sulla via Tuscolana per una lunghezza superiore ai 100 metri. Ad aggiudicarsi la vittoria è la ditta Ricci, su progetto degli architetti Clemente e Andrea Busiri Vici, Arnaldo Regagioli e Rodolfo Rustichelli.

Il 10 novembre 1937 Benito Mussolini pone la prima pietra della nuova sede dell’organo cinematografico. Si tratta di un complesso costituito da diversi edifici, che copre un’area di circa 40.000 metri quadri: un avancorpo che ospita nelle due ali laterali rispettivamente le sale di sincronizzazione e i reparti cinematografici; un edificio centrale destinato ai vari laboratori tecnici e agli uffici della direzione generale e della presidenza, i magazzini per le pellicole, un’autorimessa per cinquanta autoveicoli, infine la palazzina del dopolavoro.

L’impianto presenta un asse di simmetria perpendicolare alla via Tuscolana ed è articolato in tre parti separate e distinte, connesse tra loro da una serie di percorsi gerarchicamente definiti e dal verde di arredo. Le parti principali, in cui vengono collocati gli ambienti di rappresentanza, gli uffici, i laboratori e i servizi, si dispongono lungo tale asse. Il secondo blocco, costituito dal magazzino delle pellicole, con ingresso autonomo, si dispone lungo il confine ovest del lotto. Il terzo blocco, ovvero l’autorimessa e i servizi accessori, è collegato alla palazzina del dopolavoro posto in asse prospettico a chiusura del blocco principale.

L’edificio viene costruito in piena autarchia e l’impostazione monumentale, grazie all’emiciclo centrale e il portale d’ingresso che lo inquadra prospetticamente, rispecchia le scelte architettoniche che caratterizzano l’architettura del fascismo durante il suo ultimo periodo di vita e che trovano nell’E42 altri significativi esempi.

Dopo alterne vicissitudini, nel 1978 lo stabile viene ceduto al comune di Roma. Attualmente gli spazi sono occupati dalle sede del VII° municipio (ex X°). Nonostante ingenti lavori di ristrutturazione per adeguare gli spazi alle nuove esigenze nei primi anni Duemila, sono ancora numerosi i locali abbandonati e degradati. La progettazione, su specifiche richieste del Municipio, prevedeva il recupero di una sala cinematografica precedentemente danneggiata da un incendio. Nei locali un tempo destinati alla lavorazione delle pellicole, trovano oggi posto un centro per anziani, l’ingresso e l’area amministrativa di una scuola materna, al piano terra; al primo piano le aule per i bambini e all’ultimo livello una biblioteca multimediale.

Autore Scheda
GiovannaG.
Revisori
Alberto Coppo
Dettagli del progetto
Stato dell'opera

Alterata

Funzione

Cinema, Cultura e spettacolo

Tags

andrea busiri vici, arnaldo regagioli, cinematografia, clemente busiri vici, fascismo, istituto luce, rodolfo rustichelli, roma

Categoria di intervento

Cronologia

10 novembre 1937: posa della prima pietra
1937: inaugurazione della sede dell'Istituto Nazionale L.U.C.E.
1978: cessione dell'immobile al Comune di Roma
anni Duemila: lavori di ristrutturazione e cambio di destinazione d'uso

Figure professionali coinvolte

Andrea Busiri Vici (architetto): progettista
Clemente Busiri Vici (architetto): progettista
Arnaldo Regagioli (architetto): progettista
Rodolfo Rustichelli (architetto): progettista

Committenza

Istituto Luce (L'Unione Cinematografica Educativa)

Imprese costruttrici

Ditta Ricci

Monografie

Sgarbi, Vittorio. Le meraviglie di Roma: dal Rinascimento ai giorni nostri. Milano: Bompiani, 2011, ISBN 8845267164.

Rossi, Piero Ostilio. Roma. Guida all'architettura moderna 1909-2011. Bari: Laterza, 2012, ISBN 9788842099178.

Laura, Ernesto Guido. Le stagioni dell'Aquila. Storia dell'Istituto Luce. Roma: Ente dello Spettacolo, 2000, ISBN 978-8885095144.

Articoli in rivista

Pezzotti, Giuseppe, Carlo Bordin. L'Unione Cinematografica Educativa (LUCE). Dall'istituzione al progetto. In: Bimestrale della Fondazione Ce.S.A.R. Onlus. 2, n. 4, Luglio-Agosto 2008 .

Bordin, Carlo. Riqualificazione dell'ex Istituto Luce. In: Bimestrale della Fondazione Ce.S.A.R. Onlus. 2, n. 4, Luglio-Agosto 2008 .