Laboratori di Idrobiologia dell’Università di Tor Vergata

IaN+

Via Cracovia, 1, Roma, RM, Italia, 1998-2004


A ridosso del Grande Raccordo Anulare,  nella zone periurbana tra la Casilina e l’uscita per l’autostrada verso Napoli, sorge una delle opere più importanti dello studio IaN+.

L’edificio, localizzato in un paesaggio marginale tra città e campagna, fa parte di un sistema puntiforme di case rurali adibite a dipartimenti e laboratori della stazione di Idrobiologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Apparentemente indifferente al contesto, il manufatto si relaziona al paesaggio rurale mediante la forma, la stereometria delle bucature e la matericità della superfice delle facciate. La composizione architettonica è organizzata intorno ai parametri del programma funzionale in ordine alle necessità di tipo distributivo, impiantistico e di contenimento dei costi.  L’esito formale è quello di un volume compatto: un parallelepipedo di tre livelli, sottoposto ad una serie di deformazioni che rendono l’involucro dinamico.

La distribuzione planimetrica risulta essere particolarmente efficace: i laboratori sono collocati nei primi due livelli, mentre nel terzo si articola una ampia sala riunioni. Questo spazio, con una insolita inclinazione verso l’alto, come un cannocchiale, è caratterizzato da una grande lastra di vetro strutturale che fuoriesce dal perimetro, determinando un profondo aggetto che mette in relazione l’interno con il paesaggio in cui è inserito, “un punto di vista privilegiato su tutto ciò che accade nell’area circostante”. Il sorprendente esito formale determina un’ architettura che travalica il suo significato, ponendosi come felice esperienza di land-art e in relazione con l’ opera di James Turrell.

La spazialità interna si sviluppa nel contrappunto tra il vuoto verticale dei sistemi distributivi, il vuoto ottenuto dall’inversione della pendenza del tetto e la densità volumetrica dei laboratori.

Esternamente l’edificio presenta dei prospetti piuttosto articolati; il fronte principale, quello est, è caratterizzato dall’aggetto trasparente che genera una zona d’ombra a protezione dell’ingresso. Il prospetto posteriore, invece, enfatizza il rapporto pieno-vuoto, sezionando la parete simmetricamente; una parte, aperta, che mostra l’articolazione di tubature e degli impianti racchiusi da una gabbia metallica, e un’altra, assolutamente chiusa, con tre piccole finestrature orizzontali.

Differente è il trattamento delle pareti laterali che si differenziano rispetto alla loro esposizione: mentre quella nord prende luce da aperture geometriche, l’altra posta a sud è incisa da una “costellazione” di piccoli oblò che consente di proiettare fasci di luce all’interno dell’edificio.

L’astrazione figurativa del volume è contraddetta dalla rugosità della finitura. Le superfici esterne realizzate con un intonaco a grana grossa di colore rosso mattone attuano un processo di mimetizzazione cromatica dei Laboratori con le costruzioni rurali del contesto.

Lo studio IaN+ è riuscito, nonostante le dimensioni relativamente piccole, a costruire un landmark in grado di generare connessioni con il contesto circostante in una zona di frontiera verso la campagna.

Il progetto nel 2006 è stato premiato come migliore opera prima italiana dalla Triennale di Milano, ottenendo la Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana.

Autore Scheda
Redazione ArchiDiAP
Revisori
Marco Pietrosanto
Rocco Murro
Dettagli del progetto
Stato dell'opera

Originale

Funzione

Centri di ricerca, laboratori

Tags

carmelo baglivo, edifici per la ricerca, ian+, intonaco, luca garofalo, roma, ROMA 500 Architetture, stefania manna, triennale, università di tor vergata, vetro

Categoria di intervento

Cronologia

1998 – 2004

Figure professionali coinvolte

Progettisti: IaN+ (Carmelo Baglivo, Luca Galofaro, Stefania Manna)

Committenza

Università di Roma “Tor Vergata”

Budget dell'opera

392.000 Euro

Monografie

ROSSI, Piero Ostilio. Guida all'architettura moderna 1909-2011. Roma: Laterza, 2012.