Mattatoio e Campo Boario

Gioacchino Ersoch

Lungotevere Testaccio, 1-5, 00153 Roma, Italia, 1888 -1891


Il mattatoio di Gioacchino Ersoch, progettato tra il 1888 e il 1891, è stato costruito per sostituire le strutture esistenti, realizzate sotto il pontificato di Papa Leone XII, e descrive il passaggio dalla Roma papalina alla Roma Capitale. Il progetto fu inserito nel piano regolatore di Roma del 1893, che determinò la natura industriale dell’area di Testaccio, quartiere che avrebbe dovuto ospitare residenze operaie e importanti complessi produttivi.

Posto ai margini della città murata tra il fiume Tevere, la ferrovia e il Monte Testaccio, il mattatoio è il prodotto più avanzato del tempo: rappresenta l’identità di un’epoca di grandi cambiamenti, facendosi portatore di importanti innovazioni funzionali e tecnologiche. La doppia anima del progetto, in bilico fra modernità e tradizione, esprime il carattere contraddittorio di un’età di transizione: la distribuzione dei flussi, la razionalizzazione del lavoro, l’esposizione a nord, l’attenta divisione delle funzioni, rappresentano elementi di novità ai quali si affianca una dura simmetria e la rigidezza dell’impianto. Mentre la composizione dei fronti è impostata su regole ottocentesche e neoclassiche, l’interno dei padiglioni segna la svolta verso la modernità. Ersoch rivela un approccio innovativo alla progettazione: organizzando gli spazi in maniera razionale e funzionale e proponendo una nuova architettura del lavoro, dimostra un’intenzione ordinatrice e sociale; utilizza strutture prefabbricate in ferro e ghisa, dedicando molta attenzione alla scelta dei materiali, selezionati in base alla loro reperibilità, alla lavorazione, alla loro durata e alle caratteristiche meccaniche.

Il complesso è costituito da due parti distinte: lo Stabilimento di Mattazione e il Mercato del bestiame. Le due parti, nella loro articolazione, sembrano quasi costruire una città, un singolare spazio urbano in cui l’attraversamento e l’interazione tra gli elementi diventano protagonisti. La vicinanza tra i corpi di fabbrica deriva dalle necessità funzionali dello stabilimento e dalle affinità delle lavorazioni, mentre le “strade” determinano un’ulteriore gerarchia spaziale. Il monumentale ingresso al mattatoio, situato su via Galvani, è caratterizzato da tre fornici su colonne: i corpi laterali, simmetrici, sono aperti, mentre quello centrale ospita i locali del custode. Le parti principali sono organizzate nella spina centrale: quattro identici macelli definiscono i lati lunghi della piazza mentre i lati corti sono occupati dalla tripperia e dal macello dei capretti a destra, dalla Pelanda dei suini e i serbatoi a sinistra. Le attività maggiormente connesse alla città, per esser raggiunte più facilmente dall’esterno, si dispongono lungo il perimetro, formando un “recinto” che tende a chiudere il complesso. Le stalle per il bestiame sono poste ai lati dell’ingresso principale; accanto si trovano lo stabilimento dei bagni zootermici e lo stabilimento per la lavorazione del sangue. I macelli sono padiglioni rettangolari con tetto a due falde e la struttura di copertura è composta da capriate in ferro del tipo Polonceau semplice. Le murature, come nella maggior parte dei padiglioni, sono composte da filari di mattoni alternati a blocchi di tufo. Nell’area compresa tra i quattro padiglioni dei macelli è collocato l’innovativo sistema dei “rimessini” (destinati a raccogliere e recintare gli animali “indomiti”) caratterizzato da elementi puntiformi (colonnine in ghisa) e da una copertura a capriata. Le massicce staccionate legate ai pilastri, oltre al loro ruolo funzionale assumono anche il ruolo di controventamento. La Pelanda, la tripperia e il macello dei capretti sono spazi analoghi disposti l’uno di fronte l’altro.

Dal 1975 il mattatoio non è più in funzione. Nel 2000 è stato approvato il progetto di ristrutturazione dell’intero complesso, determinando una suddivisione funzionale: il MACRO Future, acronimo del Museo d’Arte Contemporanea di Roma, attività universitarie per l’Accademia d’Arte e per la Facoltà di Architettura di Roma Tre, mentre le pensiline del Foro Boario, gli spazi per le pese e i rimessini ospitano la Città dell’Altra Economia.

Autore Scheda
ceciliasammarco
Revisori
Alberto Coppo
Redazione ArchiDiAP
Dettagli del progetto
Funzione

Stabilimenti, produzione

Tags

archeologia industriale, gioacchino ersoch, roma, stabilimento di mattazione, testaccio, università roma tre

Categoria di intervento

ex novo


Cronologia

1888-1891: Realizzazione del mattatoio
1911: Realizzazione stabilimento frigorifero in cemento armato.
1975: Il mattatoio viene dismesso.
1992: I padiglioni lungo via Aldo Manuzio e quelli sul lato destro di via Franklin sono stati adibiti ad aule per la Facoltà di Architettura dell’Università di Roma Tre.
2002: Due padiglioni sono stati destinati alla seconda sede del MACRO denominata prima Macro Future poi Macro Testaccio.
2007: Sul lato di via del Campo Boario, è stata inaugurata la Città dell'altra economia. Progettista: Luciano Cupelloni.
2010: E’ stata inaugurata lo spazio espositivo “La Pelanda”.
2001-2013: trasformazione dei padiglioni 6, 7 e 2B in aule per la Facoltà di Architettura di Roma Tre. Progettista: studio Insula.
2013: riconversione del padiglione 8 nell'aula magna della Facoltà di Architettura di Roma Tre. Progettista: Stefano Cordeschi.

Monografie

CUPELLONI, Luciano. Il mattatoio di Testaccio a Roma. Metodi e strumenti per la riqualificazione del patrimonio architettonico. Roma: Gangemi Editore, 2001.

REMIDDI, GaiaPalombi, 2000. ISBN 9788876210990., Antonella GRECO, Antonella BONAVITA, et al.. Il moderno attraverso Roma: guida a 200 architetture e alle loro opere d’arte. Roma: F.lli Palombi, 2000.

FRANCO, Giovanna. Il mattatoio di Testaccio a Roma, costruzioni e trasformazioni del complesso dismesso. Roma: Edizioni Librerie Dedalo, 1998.

PEREGO, Francesco. Monumenti differiti. Il Mattatoio di Testaccio a Roma. Roma: Clear, 1993.

CARUSO, Luigi. Testaccio. Progetto per la trasformazione di un quartiere. Roma: Palombi editore, 1986.