Monumento Nazionale a Vittorio Emanuele II

Giuseppe Sacconi

Piazza Venezia, Roma, RM, Italia, 1880-1935


Il Monumento Nazionale a Vittorio Emanuele II di Savoia celebra, nella figura del re, il significato civile per la scelta della nuova capitale, la storia, le vicende e le persone che hanno dato vita alla formazione dello Stato Unitario italiano e alla conquistata libertà del suo popolo (Civium Libertati). Alla morte del re (1878) e dopo un primo concorso (1880) si sceglie nel 1881, per l’edificazione del monumento, l’area del Colle del Campidoglio. È una scelta strategica che va a confermare il nuovo centro della capitale laica in prossimità dei luoghi fondativi e leggendari della città di Roma e permette di dare corso alle scelte di sistemazione della Zona Archeologica e Monumentale (già in programma ai tempi dell’occupazione francese con il progetto della passeggiata archeologica, 1809) secondo le proposte di Guido Baccelli e Ruggero Bonghi (1887). È Camillo Boito a indirizzare sia la scelta del colle capitolino per il Vittoriano sia la ricerca di un linguaggio figurativo fortemente rappresentativo in grado di esprimere la nuova Roma (la Terza) degna del confronto con l’antica (la Prima) e che si esprimerà in prima istanza nella misura di un’architettura colossale, fuori scala rispetto alle architetture storiche “non romane” che verranno in gran parte demolite (il quartiere medioevale, la Torre di Paolo III, il passetto di collegamento con Palazzo Venezia, i tre chiostri del convento dell’Ara Coeli, Palazzo Bolognetti-Torlonia e spostato il palazzetto San Marco), sia alle stesse Rovine.

Il progetto selezionato per la realizzazione sarà quello di Giuseppe Sacconi, un giovane architetto che inaugura in un certo senso quella scuola marchigiana, densa di esperienze e caratteri molto diversi tra loro, che costruirà gran parte della Roma moderna, da Costantino Costantini a fino a Innocenzo Sabbatini. Il monumento, opera simbolo della fine dell’800, realizzato interamente in marmo botticino, individua il nuovo fondale dell’asse centrale (il Corso) del Tridente di Campo Marzio a partire da Porta del Popolo, ingresso da Nord alla città. L’architetto si è forse vagamente ispirato nella definizione dell’impianto planimetrico ad “U” sia al Tempio di Palestrina sia all’altare di Zeus a Pergamo (poi ricostruito nel Museo di Berlino). Alla simmetria dell’impianto di Pergamo (un porticato ad “U” che abbraccia la scalinata centrale e termina con due pronai) Sacconi aggiunge la sequenza dell’esedra e il monumento equestre a fissarne e sottolinearne l’asse centrale, quindi raddoppia i livelli delle terrazze fino al porticato. Due quadrighe in bronzo guidate da Vittorie alate completano il coronamento dei due pronai.

Dopo la morte di Sacconi, avvenuta nel 1905, i lavori proseguono sotto la direzione di Gaetano Koch, Manfredo Manfredi e Pio Piacentini. L’inaugurazione del complesso sarà celebrata da Vittorio Emanuele III il 4 giugno 1911, in occasione dell’Esposizione Internazionale per i cinquant’anni dell’Unità d’Italia. Più avanti (1921) sarà posizionato l’altare del Milite Ignoto dedicato ai soldati della prima guerra mondiale. Armando Brasini completerà il Vittoriano con la realizzazione, verso il Foro Romano, del Museo del Risorgimento (1924-39). All’interno il complesso ospita oggi il museo dell’Emigrazione (lato destro se visto da piazza Venezia) ed il Sacrario delle Bandiere (lato sinistro). Nel corso dei decenni il Monumento è stato sottoposto a vari interventi di restauro conservativo in grado di mantenere intatta nel tempo l’immagine e le strutture del Monumento. Nel 1987 sono state recuperate e rese impermeabili le terrazze, le scale dell’avancorpo di destra e gran parte della pavimentazione, mentre le due fontane laterali che simboleggiano il Tirreno e l’Adriatico sono state restaurate e rimesse in funzione. Agli inizi degli anni 2000, in concomitanza con il Giubileo, è stato implementato l’impianto di illuminazione. Tuttavia, la fase più importante dei lavori di restauro del Vittoriano è quella iniziata nel giungo 2007, terminata nel 2010, che riguarda la pulizia dei marmi e delle statue, nuovi impianti di climatizzazione, due sale conferenze interne e, in particolar modo, la contestata realizzazione di due grandi ascensori panoramici in cristallo trasparente e completamente auto-portanti collocati al centro del corridoio tra il Sommo Porticato e il prospetto laterale dell’Ara Coeli, in grado di consentire ai visitatori di godere di una vista panoramica da un’altezza di 62 metri.

Autore Scheda
fabrizioricci
Revisori
Maria Teresa Cutrì
Paolo Marcoaldi

Dettagli del progetto
Stato dell'opera

Originale

Funzione

Monumenti

Tags

Categoria di intervento

ex novo


Dati dimensionali
Fonte
Monografie

UGOLINI, Romano (a cura di). Cento anni del Vittoriano 1911-2011. Roma: Gangemi, 2012.

TOBIA, Bruno. L'altare della Patria. Storica paperbacks (Libro 76). Bologna: Il mulino, 2011.

DOSSI, Mario. Processo all'altare della patria. La zattera. Milano: Medusa Edizioni, 2011.

COPPOLA, Maria Rosaria. Il Vittoriano: Roma.Roma. Roma: Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, 2008.

DOSSI, Carlo. I mattoidi al primo Concorso pel Monumento in Roma a Vittorio Emanuele II. Roma: Casa editrice Sommaruga, 1884.