Muraglioni del Tevere

Raffaele Canevari

Lungotevere Testaccio, 00153 Roma, Italia, 1871-1926


La realizzazione degli argini del Tevere, detti muraglioni, è stata eseguita in seguito alla piena alta 17 m che inondò Roma il 28 dicembre 1870. A seguito di tale evento eccezionale si radunò un’apposita Commissione, nominata dal Ministero per i Lavori Pubblici, che si occupò della scelta dell’intervento da adottare. La commissione esaminò i progetti proposti e si soffermò in particolare su tre di essi: la proposta del Professor Betocchi, membro della Commissione, consisteva nella costruzione di un drizzagno che partisse da Ponte Milvio e arrivasse fino all’ospedale di Santo Spirito e da qui l’alveo sarebbe stato più largo; quella dell’Ingegner Canevari, membro della Commissione, consisteva nell’allargare il tronco urbano del Tevere dandogli una larghezza uniforme ed eliminando gran parte degli ingombri esistenti (tra cui l’isola Tiberina); la proposta del Possenti, presidente della Commissione, di realizzare diversi drizzagni a valle di Roma.

La soluzione che la Commissione approvò fu quella avanzata da Canevari il cui progetto nel dettaglio consisteva nelle seguenti operazioni: 1- Costruzione di una platea a Ponte Milvio; 2- Arginatura del Tevere superiore dai Sassi di San Giuliano alla città da ambo i lati; 3- Costruzione dei muri di sponda nel tratto urbano fino all’altezza di 1.20 m sul pelo presunto di una piena simile a quella del 1870, dopo aver rimosso gli ostacoli; 4- Dare all’alveo la larghezza di 100 m fra le sommità dei muri; 5- Soppressione di uno dei due rami del Tevere all’Isola Tiberina; 6- Aggiunta di una luce al Ponte di S. Angelo e nella demolizione del Ponte Rotto con ricostruzione di un nuovo ponte; 7- Rimozione dei ruderi ed altri ostacoli esistenti nell’alveo; 8- Costruzione di due collettori paralleli alle sponde, di cui il destro si sarebbe collegato al sinistro per mezzo di sifone prolungandosi il primo fino ad un punto ove non abbia più a temersi il rigurgito di piena; 9- Arginamento della sponda sinistra fino sotto S. Paolo.

Per arginare il problema delle piene fu deciso quindi, coerentemente con il progetto, di intervenire cambiando il corso del fiume rendendolo più regolare. L’intervento fu realizzato nel tratto che andava sulla riva destra da Ponte Sublicio a Ponte Margherita mentre sulla riva sinistra da Ponte Sublicio a Ponte Matteotti. Lo sviluppo di tale opera è complessivamente di 8 km, riguarda l’area urbana ed ha comportato una ridefinizione dell’organizzazione edilizia nelle aree di Campo Marzio, Ponte, Regola, S. Angelo, Ripa, Borgo e Trastevere. La Commissione, radunatasi nel 1870 prevedeva la realizzazione già nell’anno successivo dell’intervento; si dovette attendere il 1875 per ottenere i finanziamenti dell’opera, attraverso una legge, proposta da Garibaldi, che permise di considerare gli interventi per la protezione di Roma dalle inondazioni come opere di pubblico interesse. Durante i lavori parlamentari Garibaldi propose, in alternativa al progetto di Canevari, di deviare il Tevere, prima della confluenza dell’Aniene, lungo un’ansa meridionale esterna alla città costruita. Il progetto di Canevari, approvato definitivamente, fu finanziato con 60 milioni di lire dallo Stato, dal Comune, dalla Provincia e dai proprietari confinanti. Durante la costruzione ci furono moltissime inchieste per modificare e adattare meglio il progetto del Canevari alla realtà romana: infatti in prima battuta era stata ipotizzata una struttura in muraglioni che partisse da Piazza del Popolo e si estendesse fino a Porta Portese con uno sviluppo trasversale di sezione costante di 100 m con muri verticali o inclinati al più del 45% e l’eliminazione dell’isola Tiberina che, per esempio, non fu attuata. L’intero progetto prevedeva inoltre la realizzazione di due banchine larghe 8 metri e accessibili tramite scalee; come portata di progetto fu presa quella al colmo che si verificò nell’inondazione del 1870. La realizzazione delle banchine di protezione di 8 metri non fu costruita su tutto il tratto e ciò comportò una caduta del muraglione durante il ritiro delle acque in seguito alla piena del 1900 all’altezza dell’isola Tiberina. La costruzione dei muraglioni terminò nel 1926; nel frattempo ci furono piene come quella del 1915 che non comportarono nessun danno confermando la validità dell’opera del Canevari. I muraglioni del Tevere hanno certamente risolto il dramma delle inondazioni, ma allo stesso tempo hanno interrotto il dialogo tra Roma e le sue acque, privando la città di alcuni importantissimi episodi architettonici, su tutti il meraviglioso sistema di fronti lungo la via Giulia ed il porto di Ripetta di Alessandro Specchi.

Autore Scheda
alessandra.barilla
Revisori
Paolo Marcoaldi
Dettagli del progetto
Stato dell'opera

Originale

Funzione

Acquedotti, reti idriche, Infrastrutture

Tags

argini, muraglioni, piena, raffaele canevari, roma, tevere

Categoria di intervento

ex novo


Muraglioni del Tevere
Redazione ArchiDiAP
Cronologia

1870 : inondazione straordinaria di 17 m a Ripetta
1871 : nomina Commissione
1875 : definizione del progetto e degli interventi da effettuare
1876 : inizio dei lavori
1900 : piena straordinaria; i muraglioni sono pressoché ultimati e la piena contenuta dagli argini ma durante il ritiro dell’acqua crolla un tratto di muraglione di 125 m a destra dell’isola Tiberina tra i ponti Garibaldi e Cestio
1901 : viene bocciata definitivamente la proposta di eliminare l’isola Tiberina
1915 : piena straordinaria senza nessuna conseguenza
1926 : completamento da parte del Comune di Roma dell’ultimo tratto dei Muraglioni nel tratto dell'Aventino.

Committenza

Ministero dei lavori pubblici

Budget dell'opera

60 milioni di lire

Monografie

Segarra Lagunes, Maria Margarita. Il Tevere a Roma. Gangemi, 2004, ISBN 9788849206210.

Autorità Bacino del fiume Tevere e dal CITERA , (a cura di). Il Tevere a Roma, portolano. Edizioni Ambiente, 2006, ISBN ‎ 978-8889014363.

URIBE GONZALEZ, Mauricio. Roma città capolavoro. Guida architettonica. Roma: Prospettive edizioni, 2010.

Articoli in rivista

ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI ROMA-COMITATO TECNICO SCIENTIFICO, Ed.. Il Tevere Fiume di Roma. In: parte II. Roma: 1999, n. aprile , .