Palazzetto dello Sport

Pier Luigi Nervi, Annibale Vitellozzi

Piazza Apollodoro, 1, Roma, 00196 RM, Italia, 1956-1958


Quale sarà la copertura del nostro tempo? È una delle (tante) domande che si poneva Sigfried Giedion (tra il 1941 e il 1954). Il guscio ibrido con bordo ondulato del Palazzetto dello Sport di Vitellozzi e Nervi, che trova forse un importante riferimento di partenza nel Mercato di Algeciras, con copertura a guscio del 1933, di Eduardo Torroja, rappresenta nel 1960 (inaugurazione), una delle risposte (possibili) a questa domanda.

La grande novità sta qui, ora,  nella progettazione strutturale, non più limitata al calcolo delle strutture per verifica ma aperta alla sperimentazione sulla forma, rispetto alla quale ancora per Giedion: “ L’ingegnere è in grado di soddisfare i bisogni emotivi non meno di quanto sia capace di risolvere i più intricati problemi pratici” (Giedion,1954/’87:467). Per Argan: “ … le costruzioni di Nervi mirano soprattutto a definire la strutturalità dello spazio-luce … e si manifesta nella sensazione luminosa … tanto che il processo dell’intuizione formale deve muovere dalla sensazione … il limite non è più tra spazio esterno e spazio interno ma tra luce esterna e luce interna” (Argan, 1955:31-32)

È questo, in parte,  l’esito del progresso e della ricerca sul cemento armato e in particolare sulla prefabbricazione strutturale, alla fine degli anni Cinquanta, che rimette in discussione i metodi di costruzione e concezione delle grandi strutture da pensare come insiemi di piccole parti e che lo stesso Nervi inventa e produce grazie all’Impresa Nervi e Bartoli, a partire dagli studi sulla geometria di due forme tipo come  il capannone e la cupola. Il guscio del Palazzetto di Roma è costituito da 1620 elementi a losanga prefabbricati in ferro cemento. “Un’enorme medusa”, per effetto del guscio ondulato e dei cavalletti ad Y (i “tentacoli”) e un “pantheon schiacciato” il guscio/cupola che tende ad appiattirsi a terra, sono due immagini che Bruno Zevi evoca per descrivere la forza figurativa, plastica e dinamica, del Palazzetto che, grazie alle invenzioni di Nervi, realizza un grande salto nella reinterpretazione formale, tradizionalmente ad anfiteatro, degli impianti sportivi di questo tipo. Nervi, con Vitellozzi, opera infatti uno schiacciamento della visione esterna con l’azzeramento dello “spessore” dell’anfiteatro attraverso la realizzazione del guscio-mantello della “medusa”  cui fa da contraltare l’esplosione dello spazio interno prodotta dalla qualità di diffusione e effusione della luce (naturale) che penetra dalle vetrate lungo il perimetro e dall’alto, moltiplicata dalle tessiture strutturali intrecciate, e dallo sprofondare, nel terreno, della cavea (il campo di gioco è posto a 3 mt sotto il piano di campagna e l’accesso del pubblico avviene alla prima quota della galleria).

L’ondulazione del bordo conferisce maggiore rigidezza al guscio e ne sottolinea visivamente l’attacco ai cavalletti (da qui l’ibrido strutturale) che scaricano il peso alla fondazione su due punti, di cui uno alla  trave continua ad anello (capace di assorbire la spinta attraverso una catena composta da cavi di precompressione ancorati alla base dei cavalletti). I 36 cavalletti inclinati (secondo la tangente al punto di intersezione con il guscio) funzionano come telai spaziali costituiti da 4 aste (tre della “Y” e una verticale) e sono collegati all’intradosso del guscio mediante una struttura a nervature incrociate (di nuovo l’ibridazione strutturale), che offre, all’interno, un suggestivo effetto ottico (a losanghe allungate) capace di  evitare, per Zevi, i violenti effetti chiaroscurali che caratterizzano, all’opposto, i profondi cassettonati del Pantheon.

Il progetto del Palazzetto viene affidato nel 1956 dal CONI all’architetto Annibale Vitellozzi che coinvolgerà Pier Luigi Nervi nella progettazione delle strutture in cemento armato e della copertura di grande luce. Nato quale prototipo di impianto di media grandezza (1954-’55), idoneo allo svolgimento di diverse competizioni sportive ed eventi teatrali e musicali, solo successivamente sarà scelto per ospitare parte delle gare dei Giochi Olimpici di Roma del 1960 (pallacanestro e sollevamento pesi). Ancora oggi è uno dei simboli più rappresentativi di quelle  Olimpiadi che produrranno più interventi nel corpo della città, contribuendo alla nascita e diffusione della città moderna, tra questi, la realizzazione del Villaggio Olimpico (1958-’60, Cafiero, Libera, A. Luccichenti, Monaco, Moretti) nella zona compresa tra la grande ansa del Tevere, via Flaminia e i Monti Parioli con  gli alloggi per gli atleti (poi residenze INCIS), parte degli impianti sportivi come il Palazzetto e lo Stadio Flaminio (1957-’59, Pier Luigi Nervi con Antonio Nervi) e il  viadotto di Corso Francia (1960, Cafiero, Libera, A. Luccichenti, Monaco, Moretti e per le strutture Pier Luigi Nervi con Antonio Nervi). Completata in anni recenti la realizzazione dell’Auditorium Parco della Musica (Renzo Piano, 2002) e del MaXXI  (Zaha Hadid, 2010) il Palazzetto, allo stato attuale, si inserisce insieme allo Stadio Flaminio, al centro di un asse (est/ovest) ideale di una contemporanea città della cultura (delle arti, della musica e dello sport) che attraverso la realizzazione del Ponte della Musica si riconnette (nelle intenzioni) al sistema del Foro Italico all’altezza della Casa delle Armi di Luigi Moretti.

Autore Scheda
Maria Teresa Cutrì

Autori Secondari
Marco Sterbini
Revisori
Claudia Tofanelli
Dettagli del progetto
Stato dell'opera

Ristrutturata

Funzione

Palazzetti dello sport

Tags

Annibale Vitellozzi, guscio ondulato, mantello della medusa, palazzetto dello sport, pier luigi nervi, roma, Sigfried Giedion

Categoria di intervento

Francesca Romana Castelli, Anna Irene Del Monaco (a cura di). Roma: Edilstampa. 2011
Fonte
Cronologia

Periodo di progettazione: 1954-1955
Inizio lavori: 1956
Inaugurazione: 1958

Figure professionali coinvolte

Progetto architettonico: Annibale Vitellozzi
Prog. Strutturale: Pier Luigi Nervi
Direzione dei lavori: ing. Giacomo Maccagno

Committenza

CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano)
COR (Costruzioni Olimpiche Roma)

Imprese costruttrici

Nervi & Bartoli S.p.A.

Budget dell'opera

263 milioni di Lire

Monografie

Nervi, Pier Luigi. Scienza o arte del costruire? Caratteristiche epossibilità del cemento armato. Introduzione di Aldo Rossi. I Torino: CittàStudiEdizioni, 2014, ISBN 9788825173864.

Rossi, Piero Ostilio. Roma. Guida all'architettura moderna 1909-2011. nuova edizione aggiornata Roma-Bari: Laterza, 2012, ISBN 9788842099178.

Nervi, Pier Luigi. Costruire correttamente. II Milano: Hoepli, 2010, ISBN 9788820346232.

Saggio, Antonino. Architettura e modernità. Dal Bauhaus alla rivoluzione informatica. I Roma: Carocci, 2010, ISBN 9788843051649.

Iori, Tullia. Pier Luigi Nervi. I Milano: Federico Motta, 2009, ISBN 9788861160798.

Remiddi, Gaia, Antonella Greco, Antonella Bonavita, et al.. 200 Architetture scelte. Il moderno attraverso Roma. I Roma: Fratelli Palombi s.r.l., 2000, ISBN 8876210997.

Zevi, Bruno. Cronache di architettura. voll. 2. Dalla celebrazione di Rossetti all'opera di Utzon a Sidney. Bari: Laterza, 1971.

Giedion, Sigfried. Spazio, Tempo, Architettura. III Milano: Ulrico Hoepli S.p.a., 1987 (ristampa), ISBN 8820306824.

Huxtable, Ada Louise. Pier Luigi Nervi. I Edizione Milano: Il Saggiatore, 1960.

Argan, Giulio Carlo. Pier Luigi Nervi. I Edizione Milano: Il Balcone, 1955.