Il Palazzo delle Poste di Trapani è un edificio modernista realizzato tra il 1924 e il 1927 nell’odierna Piazza Municipio, su progetto dell’architetto e ingegnere siciliano Francesco La Grassa. L’incarico, derivato da un’attribuzione diretta al progettista da parte della divisione isolana del Provveditorato alle Opere Pubbliche, arriva quasi al termine dell’esperienza lavorativa romana di La Grassa che, in qualità di funzionario comunale e al tempo stesso da libero professionista, nella città eterna firmò importanti edifici, come il villino per il pittore Gustavo Simoni in Via del Policlinico, i Mercati Generali all’Ostiense e l’isolato di abitazioni per la Cooperativa “Domus Mea” in Via Statilia e Via Carlo Emanuele I, solo per citarne alcuni. Nella sua città natale, invece, su un lotto trapezoidale, La Grassa progetta un edificio a tre elevazioni fuori terra che configura definitivamente il fronte meridionale dell’allora Piazza Cavour, vero e proprio vuoto urbano venutosi a determinare dopo la demolizione delle strutture fortificate che proteggevano la città. Per questo edificio, a differenza di precedenti realizzazioni, il progettista non fa espressamente ricorso agli etimi floreali mutuati dall’esperienza del suo maestro Ernesto Basile, ma elabora un apparato decorativo che rimanda, in ogni sua manifestazione, anche la più piccola, al mondo delle poste e delle telecomunicazioni: non a caso, nei soffitti affrescati, negli arredi appositamente progettati e realizzati, nelle balaustre, nelle ringhiere, nei capitelli e nelle vetrate vengono riprodotti gli emblemi di quel mondo, dalle buste ceralaccate, ai componenti telegrafici e telefonici, passando per gli isolatori e i simboli del Codice Morse. Questo linguaggio è esteso anche alle decorazioni presenti in facciata, che qui assurge il ruolo di una vera e propria quinta scenica urbana, simmetricamente ritmata da un sistema lesena/arco (a sesto acuto, di vago sapore islamico), che inquadra le aperture. Degni di nota sono la sala per il pubblico, di forma semicircolare, con gli sportelli radialmente disposti, nonché coperta da un velario in vetro policromo realizzato da Pietro Bevilacqua (già autore del velario di Montecitorio) e la grande scala principale eseguita con gradini in massello di pietra a sbalzo (informazioni tratte da Scalvedi L., Francesco La Grassa. Architettura e urbanistica fra Roma e la Sicilia nella prima metà del novecento, Editrice Librerie Dedalo, Roma 2005).