Terrence Donnelly Center for Cellular and Biomolecular Research (TDCCBR)

Behnisch Architekten + Architects Alliance

150 College Street, Toronto, ON M5T 1R2, Canada, 2001-2006


La progettazione del Centro di Ricerca Biomolecolare e Cellulare “Terrence Donnelly” si inserisce all’interno di una strategia che vede l’università di Toronto assegnare a studi di progettazione di chiara fama, attraverso il meccanismo di concorso, la progettazione dei nuovi edifici per la ricerca. Il campus, collocato nel centro della città, è delimitato ad ovest da Spadina Avenue, importante asse attrezzato che attraversa la città, ad est da Queen’s Park – che ospita l’edificio in stile vittoriano della Legislative Assembly of Ontario -,  a nord da Bloor Street West e a sud da College Street. Al centro di questo rettangolo, separato dal resto della città da alcuni edifici universitari, si trova l’University College, la costruzione più emblematica. Obiettivo del progetto è quello di realizzare un manufatto che andasse ad integrare, attraverso una relazione fisica e funzionale una serie di edifici di epoca vittoriana posti su College street, aumentando la dotazione di spazi per la ricerca dell’Università di Toronto.

L’edificio realizzato è una torre di vetro di 13 piani che svetta nel pregevole contesto urbano e paesaggistico circostante. E’ organizzata con un atrio, un blocco di quattro piani che si allineano allo skyline degli edifici preesistenti e che, insieme all’atrio, formano il basamento dell’edificio e un blocco di altri 6 piani separati dal precedente da un piano porticato dedicato agli spazi tecnici, sorta di taglio nella sezione verticale ad enfatizzare la diversa finalità spaziale della parte finale del manufatto. La torre è rivestita con pannelli trasparenti e bianchi opalescenti disposti secondo un semplice motivo a scacchiera. Questa pelle mostra l’organizzazione per volumi seriali che caratterizza gli spazi interni. L’edificio è posto ortogonalmente a College street, e in posizione arretrata rispetto al filo della strada, a definire un vestibolo /piazza terrazzato che recupera il salto di quota tra lo spazio urbano e quello del basamento degli edifici preesistenti. Il sistema a terrazzamenti prosegue anche all’interno dell’atrio, creando un continuum tra lo spazio urbano e quello del centro di ricerca. Questa forte integrazione è enfatizzata dalla collocazione, sul sistema terrazzato interno, di tre padiglioni che ospitano sale riunioni, ciascuno rivestito di piastrelle a mosaico di colore diverso. C’è anche un piccolo, labirintico spazio riservato alle toilette. Una delle migliori idee dei progettisti è stata quella di posizionare la struttura in modo asimmetrico, leggermente ad ovest rispetto alla linea centrale del lotto. Questo consente la definizione di uno spazio tra il CCBR e il palazzo limitrofo ad est che viene destinato ad ospitare un grande giardino coperto. lineare e pieno di luce. Il giardino diventa uno spazio di transizione tra la facciata preesistente e il nuovo progetto. La nuova vegetazione, tra cui molti alti bamboo, provvede ad implementare il riciclo di ossigeno. L’accesso ai laboratori dei piani superiori avviene tramite ascensori che distribuiscono verso un asse centrale Nord-Sud. Gli spazi di ricerca ai piani sono concepiti come loft, spazi aperti, senza controsoffitti. Sulla facciata est, verso l’edificio di Foster, ci sono basse finestre apribili grazie ad un sistema computerizzato di gestione dell’edificio. Sul lato sud, una doppia pelle vetrata, con interposte tende avvolgibili, serve a schermare gli uffici privati e le sale-riunioni. Ad ovest, sopra la copertura vetrata che offre una vista sul giardino sottostante, corridoi fiancheggiano la parete massiccia dei laboratori per poi allargarsi ed aprirsi sulle scale ad un’unica rampa – di facile accesso dagli spazi circostanti.

La vetrata esterna è trattata in maniera molto grafica: il posizionamento di pannelli colorati, in particolare quelli opachi che vanno a coprire il bordo dei solai nella parte superiore, sono stati creati manipolando lo spettro del DNA, in modo da introdurre un aspetto giocoso e apparentemente casuale nell’involucro dell’edificio. La facciata ovest presenta un motivo geometrico bianco quasi “molecolare”. Anche l’atrio mostra questa particolare giocosità nei colori e nella contrapposizione degli elementi architettonici. In termini di sostenibilità ambientale il CCBR è stato edificato con materiali di basso impatto ambientale in modo da creare un edificio che simboleggi questo processo tecnologico. E’ importante sottolineare come attraverso alcuni meccanismi di controllo delle le aperture e le schermature solari, le temperature vari piani vengono mantenute costantemente intorno ai 24 °C tutto l’anno. Questo sistema viene favorito anche grazie al posizionamento delle aperture e di una facciata ventilata che riesce a convogliare l’aria in entrata e in uscita in modo da avere un giusto ricircolo. Inoltre un sistema di convoglio delle acque piovane in apposite cisterne garantisce l’irrigazione della vegetazione al piano terra.

Autore Scheda
pierluigi
Revisori
ArchiDiAP
Dettagli del progetto
Stato dell'opera

Originale

Funzione

Centri di ricerca, laboratori

Tags

architects alliance, behnisch architekten, canada, facciata ventilata, toronto, vetro

Categoria di intervento

Figure professionali coinvolte

Architettonico: Behnisch Architekten, Architects Alliance, Toronto
Engineer Electrical: Hh Angus & Associates, Engineer Mechanical: Hh Angus & Associates Engineer – Structural: Yolles Partnership Ltd., General Contractor: Vanbots Construction Corp., Laboratory Planning: Flad Architects, Landscape Architect: Diana Gerrard

Committenza

University of Toronto

Budget dell'opera

$92,665,319

Articoli in rivista

Ryan, Raymund . Behnisch Architekten and Architects Alliance in Toronto. In: The Plan. 2006, n. 17, .