Velodromo e Piscina Olimpica

Dominique Perrault

Landsberger Allee 103, 10407 Berlin, Germania, Giugno 1993 (Velodromo) - Giugno 1995 (Piscina Olimpica)-1997 (Velodromo) - 1999 (Piscina Olimpica)


La riunificazione dei tessuti urbani
La Caduta del Muro  (9 Novembre 1989) ha aperto per Berlino e per la Germania la strada verso la riunificazione, concretizzatasi nel 1990. Per celebrare la ritrovata unità della città, il governo centrale ha candidato la Capitale negli anni successivi ad ospitare i Giochi Olimpici del 2000 (poi assegnati a Sidney, in Australia). L’occasione ha invogliato l’Amministrazione a dotare la ormai ex Berlino Est di nuove infrastrutture, anche sportive, per cercare di recuperare il passo con la zona Ovest.
Il progetto dell’architetto francese Dominique Perrault cerca di assolvere a questo doppio obiettivo: concretizzare la riunificazione socio-culturale tra le due parti della Capitale così come quella urbana tra due quartieri (entrambi nel settore orientale) separati da un vasto terreno (circa 10 ettari) praticamente in disuso.
Per farlo, egli propone una collina artificiale di modesta altezza, che collegasse l’area di Storkower Strasse con quella opposta di Fritz-Riedel Strasse. Con un simile approccio, tuttavia, il tentativo di giunzione dei due “lati” della collinetta sarebbe stato vanificato dall’edificazione dei volumi del Velodromo e della Piscina. Dominique Perrault ha risolto il problema decidendo di interrare gli edifici: uno sterro fa sì che la sommità delle due costruzioni (a copertura rigorosamente piana) non superi il prato che le circonda, facendo in modo che le due strutture si rivelino solo a distanza molto ravvicinata al visitatore, che dunque inizialmente percepisce il sito come un semplice parco.
L’approccio che egli ha seguito è dunque di massimizzare l’aspetto paesaggistico e naturale del progetto minimizzando quello più propriamente costruito. L’idea è quella di creare nel parco un vero e proprio frutteto, per questo motivo lo studio di Perrault ha proposto e ottenuto che venissero piantati 450 alberi di melo, coltivazione tipica dei rigidi climi dell’Europa Centrale. Il concept alla base è quello di avere un frutteto e “due tavoli, uno tondo e uno quadrato, rivestiti di un tessuto metallico che alla luce del sole li faccia apparire più come due specchi d’acqua che come due edifici”.
I due volumi che ospitano le piste sportive sono uno circolare (il Velodromo) e uno a pianta rettangolare (la Piscina). Dal parco di copertura entrambe possono essere raggiunte da un sistema di rampe e di scalinate che ricalcano (ma con una differente angolazione) i bordi degli edifici stessi. Queste rampe garantiscono agli edifici un’assoluta continuità e fluidità di fruizione, senza interruzioni e senza gerarchizzazione di sorta.
Uno studio a parte è stato fatto per il rivestimento del Velodromo e della Piscina. Dominique Perrault negli anni ’90 ha completato diversi progetti caratterizzati da un gusto inconfondibile per la pulizia dei volumi e per l’essenzialità geometrica delle forme. Il tratto fondamentale della sua indagine si trasferisce allora sulla pelle, che serve a connotare in maniera forte e a dare riconoscibilità a dei volumi così semplici. In molte realizzazioni (tra cui il Grand Thêatre d’Albi, in Francia, o lo Stadio del Tennis di Madrid, in Spagna), egli ha disegnato appositamente una griglia metallica leggera e facilmente deformabile e adattabile anche a superfici complesse e curve che fornisce alle sue costruzioni un aspetto moderno, tecnologico e molto personale. Questa maglia, secondo differenti declinazioni, è stata adottata anche per il progetto berlinese, rivestendo completamente le due strutture e dando loro un aspetto omogeneo e massivo, accentuato anche dalla quasi totale mancanza di aperture (se non alcune vetrate sulla copertura della piscina Olimpica).

Autore Scheda
Andrea Valeriani
Dettagli del progetto
Stato dell'opera

Originale

Funzione

Impianti sportivi, Palazzetti dello sport, Parchi, verde pubblico, Piscine, Spazi pubblici e paesaggio, Sport e tempo libero

Tags

Architettura del Paesaggio, berlino, Dominique Perrault, Piscina Olimpica, Rivestimenti metallici, Sport, Velodromo

Categoria di intervento

Cronologia

Progetto preliminare: 1992
Inizio costruzione Velodromo: Giugno 1993
Inizio costruzione Piscina Olimpica: Giugno 1995
Fine lavori Velodromo: Settembre 1997
Fine lavori Piscina Olimpica: Novembre 1999

Figure professionali coinvolte

Progetto architettonico: DPA _ Dominique Perrault Architecture, Parigi (Francia); APP Architects Perrault and Partners, Berlino (Germania); Rolf Reichert, Monaco di Baviera (Germania)
Strutture: OVE Arup and Partners Ltd. , Londra (Regno Unito)
Acustica e illuminazione: Jean Paul Lamoureux
Paesaggisstica: Landshaft Planen und Bauen
Consulenza sulle attrezzature sportive: Weidleplan Consulting GmbH, Architekt Kerschkamp

Committenza

Città di Berlino (rappresentata da: OSB Sportstattenbauten GmbH)

Imprese costruttrici

Ove Arup and Partners Ltd, Londra (Regno Unito)

Monografie

Bruschi, Andrea. Dominique Perrault. Architettura assente. Roma: Kappa, 2002, ISBN 8878904643.

Corrao, Rossella. Forme e funzioni degli elementi tecnici nell’architettura contemporanea. Firenze: Alinea Editrice, 2007, ISBN 8860551269, 9788860551269.

Articoli in rivista

AA.VV.. Olympic Velodrome and Swimming Pool in Berlin. In: El Croquis. Madrid: 2012, n. 104, . ISSN 2174-0356.

Manna, Stefania. Velodromo e Piscina a Berlino. In: L'industria delle costruzioni. Roma: ANCE, 1999, n. 329, .